Intervista a Simone Cristicchi …

  • Come ti senti prima dello spettacolo?
    Mi sento sempre abbastanza tranquillo anche se, come vedrai, lo spettacolo e’ abbastanza complicato, e’ caratterizzato da tanti monologhi soprattutto, che io dico, praticamente a memoria ogni sera. A volte quando non ricordo qualcosa li cambio, racconto un’altra storia, faccio delle inversioni in scaletta…Pero’ bene o male sono tranquillo.
  • Hai intitolato il tuo album “Dall’altra parte del cancello” . Cosa intendi evocare con questo titolo?
Questo e’ il titolo di una canzone di Gaber, l’ho scoperto dopo, pero’ c’e’ una canzone nel mio album che si chiama “La risposta” che nel ritornello dice: …-la risposta e’ dall’altra parte del cancello’…-.Questo sta semplicemente a significare che la risposta
alle nostre domande sta nel movimento, non nel fermarsi nelle convinzioni prestabilite.
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  • Si parla di questa tua idea, insieme col sindaco Veltroni, di proiettare un tuo documentario nelle scuole superiori della capitale. Pensi che questa iniziativa possa realmente sensibilizzare i giovani?
Sicuramente i giovani, me compreso, sanno ben poco di quello che e’ accaduto nei manicomi. Devi pensare che i malati non venivano curati, venivano rinchiusi.
Poi capirai meglio durante lo spettacolo. Era un bacino di scarico della societa’ dei sani.
Alcuni hanno equiparato i manicomi ai lager nazisti. E’ una cosa tutta italiana questa: si parla sempre di campi di concentramento, ma di quello che e’ accaduto nei manicomi se ne parla poco o niente.
Quello che stiamo facendo sono proprio proiezioni all’Universita’; stamattina a Napoli, alla facolta’ di medicina.
  • I brani che scrivi affrontano problematiche serie: dal problema dei manicomi a quello della disoccupazione. Pensi che queste canzoni – denuncia siano servite a smuovere chi ci governa?
Ma no, no. Io mi limito a raccontare quello che vedo intorno a me, naturalmente e’ un problema abbastanza drammatico che riguarda tanti giovani che non hanno prospettive per il futuro.
  • A proposito di giovani e realizzazione professionale, cosa consigli, invece, a chi sogna di intraprendere la tua stessa carriera?
Sicuramente di fare una ricerca sulle proprie peculiarita’, sulla propria personalita’, quindi cercare di essere originali, quella forse e’ l’unica grande forza, senza snaturarsi troppo. Questo e’ l’unico consiglio che posso dare.
Maria Grazia Izzo

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