Intervista a … Ciccio Merolla “Fratamme’”

  • Hai sempre collaborato con diversi artisti ben noti nella scena musicale italiana e partenopea. Come hai vissuto la condivisione di emozioni, suoni e pensieri con altri musicisti?
Da piccolo ascoltavo sempre James Senese, Gragnaniello, Bennato…E quando, nel corso degli anni mi hanno chiamato a collaborare con loro e’ stata per me una grande emozione. E’ proprio vero che la vita e’ magica!
  • Come descriveresti il tuo percorso da ‘NUN PRESSA’’O SOLE’, a ‘FRATAMME’’?
Ho cercato di vincere le mie paure, la paura di cantare, di stare al centro del palco, di prendermi la responsabilità del ‘Live’. Quindi ho iniziato con un disco strumentale di sole percussioni : ‘NUN PRESSA’ ‘O SOLE’; poi, con ‘KOKORO’ si e’ iniziato a vedere un mezzo passo in avanti e invece ‘FRATAMME’’ rappresenta tutto quello che sono, senza paure.
ciccio merolla foto
  • ‘FRATAMME’”. Come nasce e qual è il messaggio?
Quando scrivo le mie strofe mi accompagno sempre a qualche percussione araba; ho iniziato a scrivere di notte trasferendo tutte le mie emozioni sul foglio: dalla storia del mio amico morto alla tristezza degli extracomunitari, fino all’assessore (imbroglione).Ho cercato di mettere tutto qquesto su basi tribali e poi, con la collaborazione di Massimo D’Ambra, abbiamo iniziato a chiudere I primi pezzi del disco.Quello che voglio comunicare con le mie canzoni è un semplice concetto, che siamo tutti legati da una rete invisibile e quello che succede ad ogni singolo individuo ha  effetto su tutta l’ umanità; che solo noi (esseri umani) attraverso una nostra personale rivoluzione possiamo rendere questo nostro pianeta migliore, non a caso album  si intitola FRATAMME’ (fratello mio)   con due ‘M’ per sottolineare il concetto della fratellanza tra gli esseri umani.
  • Quanto è importante per te raccontare e ascoltare una storia?
Più che raccontare o ascoltare mi piace vivere, scrivo solo quello che vivo in prima persona. E quando scrivo una canzone mi ispiro al modo di raccontare delle signore del mio quartiere ( quartieri spagnoli ) infatti ci sono delle signore nel mio quartiere che sono molto brave a raccontare la vita del quartiere, mi incanto a sentirle sembra di vedere un film io cerco di utilizzare il loro modo di raccontare quando scrivo.
  • C’ è un aneddoto che potrebbe essere stato complice della tua scelta di fare il musicista? Se sì, puoi raccontarlo brevemente?
Non ho mai fatto altro nella mia vita, sin da bambino ho sempre suonato. Purtroppo, essendo cresciuto in un quartiere malfamato ho avuto un po’ di difficolta’ all’inizio, ma non ho mai avuto dubbi.Da bambino mi facevano sempre suonare, in mezzo al vicolo, su secchi di plastica.
  • Quanto è importante per te restare autentico senza accettare compromessi che possano ‘commercializzare’ la tua musica?
La cosa importante per un essere umano e’ la dignita’. Le persone con saldi principi non si perdono mai nella vita. Non mi spaventano le difficolta’. Se avessi avuto interesse per i soldi avrei fatto altro, se il mio scopo fosse stato  il successo avrei fatto un altro tipo di musica. Io mi esprimo e mi basta un piatto caldo al giorno.
  • Qual è il tuo rapporto con internet? 
Non sono molto abile al computer, ma internet min fa sentire cittadino del mondo.
  • Le piattaforme di condivisione nel web espandono sempre piu’ la possibilità, per i musicisti, di far conoscere i propri lavori
discografici. Riguardo ai diritti d’autore, quanto questa cosa favorisce o penalizza il tuo lavoro?
  Internet, attraverso le piattaforme di condivisione da’ una grande possibilità ad un artista di far conoscere i propri lavori, ma la questione, a mio avviso, restano sempre i contenuti , nel senso che puoi avere tutti gli spazi  del mondo  ma questi spazi devono essere riempiti di contenuti di un certo livello. Per fare musica di un certo livello non è sufficiente la semplice intuizione di un artista ma  e’ necessaria tutta una serie di elementi che vanno dalla sala di registrazione a i musicisti ecc… …E questo costa. Ora dire che la musica deve essere gratis per tutti è una stronzata perché questo concetto è l’anticamera dell’omologazione verso il basso, perché gli unici che potranno creare sono gli artisti  che hanno alle spalle le major, per tutti gli altri non ci sarà possibilità.
  • Potresti definire il genere ‘EtnoFunk’?
Più che ETNO-FUNK, ETNO-RAP .
 ETNO-RAP significa fare il rap su musica etnica , su musica suonata da musicisti in carne ed ossa. Credo di aver individuato un genere che mi appartiene. Sono sempre stato amante del rap ma non mi andava di scimmiottare gli americani.Quindi ho sempre cercato l’originalita’ in tutto questo, non so se posso dire di averla trovata ma sento che sono sulla buona strada.
  • Napoli ha visto diverse culture passare e lasciare il segno. Quali sono, secondo te, i segni che restano indelebili e che oggi sono parte integrante dell’arte partenopea?
Napoli e’ una citta’ cosmopolita nel vero senso della parola. A Napoli non esiste il quartiere africano, indiano, cinese…Ma gli stranieri sono perfettamente integrati nella popolazione. Quindi le contaminazioni sono continue e giornaliere. Sicuramente la contaminazione e’ il segno piu’ indelebile dell’arte partenopea.
  • A maggio inizierà il tour “FRATAMME’”. Che cosa chiederai a te stesso prima di salire sul palco?
Fare un concerto dove canti e contemporaneamente suoni le percussioni e’ molto faticoso, dunque cerchero’ di mantenermi in forma e chiedero’ a me stesso di essere sempre al 100 X 100 affinche’ possa dare tutto me stesso.
  • Si dice che il tour avrà delle date Europee. Puoi anticiparci qualcosa?
Sono napoletano e quindi molto scaramantico. Fra poco troverete tutte le notizie relative al tour su www.myspace.com/merollaciccio
Ingrid Pagliarulo

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